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“FINALMENTE a casa!”.
Chissà quanti avranno pensato o detto questa frase. Sopratutto in quelle città strangolate dall’inquinamento atmosferico da traffico. Ma anche la nostra casa ad un attento esame può rivelarsi un rifugio poco sicuro.
Sono tante le forme d’inquinamento che possono insidiare la nostra “oasi”: gas radon, la formaldeide contenuta nei mobili, i composti chimici usati per la pulizia della casa, le emissioni elettromagnetiche generate da apparecchi a bassa tensione, ecc. Il quadro si fa ancora più inquietante se si considera che la maggior parte di questi “pericoli”, sono invisibili.
Bruciore agli occhi, allergie, mal di testa, nausea, possono essere solo alcuni dei sintomi di una casa poco salubre.
Allora alcuni vecchi consigli possono essere considerati utili, vediamone un paio:
• Aprire le finestre. Almeno per due o tre ore al giorno.
• Usare piante “antinquinamento”: alcuni esempi sono il filodendro, la rafia, il crisantemo, il bambù, la gerbera, la felce, il ficus robusta e due tipi di orchidea (la falena e la dendronium), ognuna delle quali con le proprie peculiarità, ma in generale utili a filtrare l’aria, assorbire l’anidride carbonica, trattenere (grazie alle foglie) il pulviscolo e le polveri.
Non solo, il terriccio utilizzato, da studi effettuati, è risultato essere anch'esso un buon filtro per alcuni dei principali agenti inquinanti.
Sono di grandissima importanza anche tutti quei particolari strutturali come: pavimenti in materiali naturali, arredi privi di sostanze tossiche, un efficace isolamento termico ed acustico, impianti elettrici e schermati, colori e cere atossiche.
L’ideale in questo caso è progettare la casa seguendo parametri ecologici ed in questo caso parliamo di “bioarchitettura” o “biocasa” (vedi pagina seguente), altrimenti si può intervenire sulla casa già costruita (arredamento) oppure in maniera più radicale con una vera e propria ristrutturazione.
A prescindere da queste considerazioni non ci possiamo esimere dal verificare e correggere le condizioni della più importante stanza della casa, quella in cui trascorriamo un terzo della nostra giornata, in ore in cui il nostro corpo è del tutto rilassato e quindi maggiormente esposto agli agenti inquinanti:
La camera da letto
La regola d’oro è la semplicità, limitando al massimo elementi decorativi e d’arredo per ridurre l’apporto di sostanze inquinanti e sia per usare meno lucidanti e detergenti portatori di agenti chimici dannosi.
Da evitare moquette, tappezzerie e tendaggi in materiale sintetico, meglio la lana o il cotone.
Inoltre sotto accusa vi sono: televisori, radiosveglie, cellulari (onde elettromagnetiche), mobili con collanti, resine e rivestimenti (formaldeide, agenti chimici ecc.), armadi (i vestiti possono emettere sostanze chimiche usate da lavanderie e tintorie), il fumo di sigaretta (rimane nell’ambiente per 500 ore circa).
Mentre una “buona dormita” si può fare in una camera da letto in cui vi è un’efficace protezione dai rumori e dagli sbalzi termici, dotata di una buona circolazione d’aria e un giusto grado d’umidità.
Ma non scordiamoci del supporto sul quale dormiamo: il letto. Da raccomandare in questo caso le reti costituite da listelli in legno, da affiancare a materassi in materiali naturali: lana, lattice naturale (è un ottimo isolante dalle radiazioni elettromagnetiche), cotone, torba (per affezioni quali reumatismi, mal di schiena ecc.), paglia (per chi ha problemi di circolazione, di pressione ecc.), cocco e caucciù si possono rivelare sorprendenti per un sonno sano e rigeneratore.
Ma se qualcuno non trovasse giovamento da tutti questi accorgimenti può modificare l’orientamento del letto. Infatti gli esperti di bioarchitettura consigliano di mettere la testa a nord, secondo l’asse magnetico terrestre.
“Bioarchettetura” e “Biocasa”
Quali sono i parametri che devono essere presi in considerazione per avere una casa più “sana” possibile? Ecco di seguito quelli che potrebbero essere considerati i comandamenti per una “Biocasa” ideale:
Orientamento da nord a sud (seguendo l’asse magnetico terrestre)
Pavimenti con materiali naturali quali legno naturale, cotto o marmo
Massima areabilità interna
Luce abbondante
Impianto elettrico con Bioswitch
(Dispositivo applicato al contatore che consente il disinserimento del quadro generale nel momento in cui si spegne l’ultima lampada di casa, in modo da elimanere tutti campi di disturbo dati dale oscillazioni elettromagnetiche)
Letti con materiali al 100% naturali
Impianti radianti a bassa dispersione di calore (sistemati ad una bassa altezza )
Massimo sfruttamento delle risorse naturali
Raccolta differenziate dei rifiuti, già in cucina
Mattoni e isolanti termici/acustici per i muriMinima dispersione e minor consumo possibile di energia
Arredamento privo di elementi metallici e costituiti da finiture in materiali atossici, comprese colle e tinture.
Finestre in legno trattate con oli e cere ecologici
Uso di lampadine a basso consumo energetico
Tetto con copertura in legno
Sistema di recupero dell’acqua piovana per tutti gli usi non potabili.
Piastrellature basse per far respirare le pareti
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